kawasaki z650rs

kawasaki z650rs - la mia recensione dopo 2000 km d'uso

Kawasaki Z650RS

✍  14 Ottobre 2023 - Aggiornamento del 31 Ottobre 2023

La Z650RS è l’ultima arrivata nel catalogo Kawasaki con l'ormai vecchio, ma sempre ottimo e affidabile motore bicilindrico da 649cc, presente in altri 3 modelli: la Z650 versione naked, la sportiva carenata Ninja e la Versys per la categoria Adventure Tourer.

La versione RS oltre al motore condivide con la naked anche lo scarico, gran parte del telaio incluso il forcellone asimmetrico, la forcella e numerosi altri elementi, scelta progettuale questa di Kawasaki necessaria con ogni probabilità per non dover aumentare eccessivamente il prezzo di vendita.

Mi sarebbero piaciute maggiori differenziazioni sia di natura tecnica che stilistica; ad esempio avrei preferito i cilindri con le alette di raffreddamento come nella sorella maggiore, la straordinaria Z900RS, e qualche altro "dettaglio" che scoprirete continuando a leggere questo articolo.

Comunque perché ho scelto di acquistare proprio la Kawasaki Z650RS?

Da tempo desideravo una moto dallo stile classico, con motore bicilindrico di cilindrata medio-piccola, maneggevole e facile da guidare, leggera, affidabile, con una buona coppia ai bassi e medi regimi (quelli maggiormente usati da me), comoda per la mia altezza e soprattutto con un prezzo di acquisto accettabile.

Sin da quando è apparsa per la prima volta sul mercato mi è piaciuta subito, ma vi confesso di aver preso in esame tanti modelli di moto, prima di orientarmi definitivamente sulla Z650RS.

Ad oggi ho finito il periodo di rodaggio, ho fatto già il primo tagliando a 1000 km e in totale ne ho percorsi circa 2000. 

prima di lei

Honda CB 500 X

La mia precedente moto, la bellissima Honda CB500X, con i suoi 199 kg di peso in ordine di marcia, era eccessivamente pesante in confronto ai cavalli e alla coppia sprigionati dal suo bicilindrico, solo 48 CV per poter rientrare perfettamente nella categoria per patenti A2.

In realtà non ho mai avuto problemi dovuti alla cavalleria, il bicilindrico Honda va molto bene anche in strade di montagna piene di curve, quelle che amo di più, ma avevo il desiderio di una coppia maggiore, non esagerata, ma più evidente, non eccessiva da dover richiedere controlli di trazione elettronici e capacità di guida che sinceramente non ho.

Inoltre la CB500X, pur essendo una moto maneggevole, la sentivo un po’ pesante all’avantreno e di manubrio, avendo oltretutto la ruota anteriore da 19’’.

La Kawasaki Z650RS è una moto molto maneggevole, con i suoi 187 Kg in ordine di marcia, ottimamente distribuiti e con un baricentro basso, è facile da spostare in garage e in strada poi è veramente piacevole da guidare, grazie anche alla posizione di guida rilassata, con la schiena quasi dritta e soprattutto con una sella comodissima alta 820 mm.

ESTETICA - lo stile retrovolution di kawasaki

Kawasaki z650rs
Complessivamente a me piace molto, altrimenti non l’avrei comprata; ha un insieme di aspetti classici e soluzioni moderne che la rendono attraente, anche se purtroppo alcuni particolari e alcune scelte tecniche stonano un po’ troppo con lo stile classico. Ho effettivamente sorvolato su certi dettagli, guardando la moto nel suo insieme.

ESTETICA - lo scarico

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Se da un punto di vista funzionale lo scarico della Z650RS, posizionato completamente sotto al motore, ha notevoli pregi, poiché non solo mantiene il baricentro molto basso e centrale, ma allontana il calore di tutto l’impianto di scarico dalle gambe e dai piedi del guidatore, d’altro canto ha un aspetto poco gratificante, direi strano e fin troppo moderno. Sicuramente un più classico terminale laterale, come nella Z900RS, avrebbe donato un tocco di eleganza in più, rinunciando però ad una linea snella e compatta.


Il suono che emette, pur essendo un bicilindrico e nonostante le restrizioni della normativa Euro5,  è gradevole.
La distanza dal suolo non è molta, solo 125 mm; la maggior parte delle naked si aggirano su 140 o 150 mm, ma fin’ora non ho avuto problemi.

Anche le curve dei collettori sono parecchio strane. 
Evidentemente i tecnici della Kawasaki avevano le loro buone ragioni per farli così lunghi e articolati… spero!

I collettori dell'Honda CB500X sono a mio avviso più gradevoli, essendo posti uno accanto all'altro, e forse lo stesso avrebbero potuto fare in Kawasaki:

Aggiornamento del 31 Ottobre 2023:

C'è anche un altro aspetto negativo di questo posizionamento dello scarico nella Z650RS, il calore che emette viene concentrato tutto sull'impianto frenante della ruota posteriore.

Dopo un breve utilizzo della moto, se ci si ferma a toccare il disco posteriore con le dita bisognerà toglierle subito di quanto è caldo, un calore che è impossibile da raggiungere semplicemente frenando, anche con azionamenti ripetuti in lunghissime discese dai passi di montagna, quindi chiaramente i colpevoli sono proprio i gas di scarico, e siccome il peggior nemico dei freni è proprio il calore è strano che i tecnici di Kawasaki non l'abbiano considerato; evidentemente lo avranno inteso come un aspetto trascurabile oppure era troppo oneroso progettare uno scarico diverso.

Non ho prestato particolare attenzione per capire se questo calore nell'impianto frenante influenza l'efficacia della frenata, forse un po' sì a pensarci bene, sembra più spugnosa, ma non ho calcolato in quanto tempo i gas di scarico provocano questo riscaldamento del disco e della pinza. 

Che io sappia i tubi in silicone che portano l'olio alla pinza con il calore si dilatano e questo generalmente provoca una riduzione parziale dell'efficienza o comunque un comportamento diverso del freno. Non essendo un esperto chiederò al mio meccanico di fiducia un parere in merito per sapere cosa ne pensa.

ESTETICA - serbatoio e sella

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La linea del serbatoio mi piace molto, è di dimensioni corrette in proporzione al resto della moto, ma ha soltanto 12 L di capacità, di cui 2,7 L di riserva e un'autonomia totale di circa 250 km. Mi sembra molto solido e ben fatto il tappo del carburante, non ci sono viti o bulloni a vista e se pur pregevole esteticamente può creare qualche problema a chi volesse usare le borse da serbatoio, le quali generalmente hanno l'anello di supporto che si avvita sfruttando proprio i bulloni già presenti.

La sella in un unico pezzo è molto bella, ha un buon rivestimento antiscivolo, è rastremata anteriormente in modo corretto e non dà alcun fastidio alle cosce quando si appoggiano i piedi a terra; in marcia poi la moto si stringe bene tra le gambe. 
Come già ho detto ha un'altezza da terra di 820 mm, perfetta per me che sono alto 180 cm; per i più piccoli di statura esiste una sella opzionale da 800 mm, ma non so dirvi se in Kawasaki siano riusciti a ridurre l'altezza di 20 mm senza sacrificarne la comodità.
L'imbottitura è spettacolare, mai trovata così ben realizzata nelle mie precedenti moto; inizialmente molto morbida poi dà il giusto sostegno garantendo grande comodità anche dopo ore di utilizzo.

Ho quasi subito rimosso dalla sella l'antiestetica e inutile cinghia per il passeggero.

ESTETICA - la strumentazione

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La strumentazione è bellissima... tachimetro e contagiri analogici in puro stile classico, sono una goduria alla vista ed anche molto ben leggibili sia di giorno che di notte; adoro le lancette!!

Poi non mancano le informazioni di base, livello carburante, temperatura motore, marcia inserita, contachilometri parziali e totale, orario, media consumi e varie spie essenziali, il tutto perfettamente incastonato in un buon display digitale, leggibile e non invasivo che non rovina l’aspetto classico nel suo insieme.
Qualche piccola difficoltà nella lettura del display sotto la luce diretta del sole, ma dipende dall'inclinazione dei raggi solari, in linea di massima è sempre ben visibile.

A parte l’ABS non ci sono altri controlli elettronici e nemmeno la connettività con lo smartphone; la preferisco così... semplice ed essenziale.
La chiave di accensione è ben posizionata, facile da azionare. 

Ottimi anche i comandi al manubrio, anch’essi ben posizionati, con il pulsante del clacson un po’ piccolo, ma comunque facile da trovare, finalmente, non come nelle moto Honda nelle quali essendo posto più in alto del deviatore per le frecce risulta, a mio avviso, parecchio scomodo da azionare, soprattutto quando per emergenza ti serve trovarlo velocemente con il pollice che inevitabilmente si blocca sul deviatore. 

Utilissimo il doppio pulsante per scegliere le info da visualizzare sul display.

ESTETICA - luci e frecce

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Tutte le luci sono a LED; sul faro nulla da eccepire, estetica e illuminazione sono ok, le frecce invece tonde sarebbero state più adatte; certo si possono cambiare e personalizzare, ma perché dover spendere dei soldi in qualcosa che già potevano perfezionare in Kawasaki… accidenti al contenimento dei costi!!

ESTETICA - la cura dei dettagli

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Esteticamente la forcella da 41 mm con steli tradizionali concorre a garantire lo stile classico di questa moto; il mono forse un po’ meno, ma tutto sommato la linea è più snella senza i classici ammortizzatori laterali, impossibili da montare oltretutto con il forcellone asimmetrico. Nota dolente: il mono è abbastanza complicato da raggiungere per regolarne il precarico.

Il retro è molto gradevole, con il parafango a becco d'anatra come le Kawasaki degli anni '70; il portatarga forse un po' troppo pronunciato, ma di presenza è meno brutto di quel che sembra in foto... direi accettabile... e contribuisce a riparare da schizzi di fango e acqua.

L’assemblaggio è perfetto, la qualità dei materiali elevata; dal codice VIN (Vehicle Identification Number) ho scoperto che è stata prodotta in Thailandia, ma questo non credo pregiudichi la bontà del prodotto.

Mi piace molto il serbatoio del freno posteriore nascosto, ma con il livello dell’olio facilmente visibile, così come il serbatoio del liquido refrigerante:


I cerchi in lega ricordano nel disegno quelli a raggi, sono molto gradevoli, ma le valvole degli pneumatici sono difficili da raggiungere con il manometro, c'è poco spazio e avrei preferito la versione con angolo di 90°.


Il radiatore è predisposto per il montaggio della protezione, ma i supporti molto evidenti stonano un po’ se la protezione non viene montata, niente di drammatico comunque.
La protezione è disponibile come accessorio originale, ma se ne trovano di aftermarket e inoltre secondo me è anche possibile realizzarla artigianalmente… vedremo!!



Ringrazio Kawasaki per una scelta progettuale a mio avviso molto utile.
Il forcellone è predisposto per il montaggio dei nottolini per il cavalletto posteriore. Non tutte le case motociclistiche lo offrono, vedi Honda ad esempio, e quando è presente risolve facilmente il problema di dover sollevare la ruota posteriore per normali operazioni di manutenzione, come quando si deve pulire o lubrificare la catena o più di rado per la sostituzione della gomma.


Lo so che esistono i cavalletti con le slitte da posizionare sotto al forcellone o in alcuni casi è possibile far passare una barra in acciaio dentro l’asse ruota (se dado e bullone sono forati), ma poter montare direttamente i nottolini è sempre la soluzione più comoda e soprattutto più sicura.
Il foro filettato è da 8 mm; ho provveduto a tapparlo momentaneamente con un bullone per evitare che si riempisse di sporco, in attesa di decidermi a montare i nottolini.

In merito al montaggio dei nottolini e l'uso del cavalletto posteriore per lubrificare la catena è disponibile un tutorial, clicca quì se ti va di leggerlo. Per essere più preciso più che un tutorial vero e proprio è il racconto di alcune ore trascorse in garage per eseguire un po' di manutenzione alla mia Z650RS.

Ergonomia

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Finalmente una moto con la quale non ho dolori e stanchezza alle natiche dopo poco tempo di utilizzo, mentre lo stesso non posso dire della CB500X che comunque rientra nelle moto più comode che abbia avuto, ma non allo stesso livello della Z650RS che offre una seduta ampia, morbida, confortevole e sostenuta al punto giusto.

La posizione di guida quindi mi piace e mi soddisfa moltissimo, con una triangolazione sella pedane e manubrio che non affatica braccia e ginocchia, quest’ultime non troppo piegate anche per uno come me alto 180 cm.

Il manubrio è largo 705 mm (785 mm inclusi i contrappesi), ha una buona piega, è abbastanza alto e comodo, ravvicinato al pilota, non affatica i polsi o gli avambracci.
Brava Kawasaki… sia la leva del freno che quella della frizione sono regolabili!!

Le pedane si trovano in una posizione ottima e, cosa non da poco, il pedale del freno posteriore e la leva del cambio sono proprio al punto giusto, facilissimi da trovare e usare senza alcun affaticamento dei piedi; la leva del cambio in particolare ha una buona distanza dalla pedana, agevolando in maniera egregia l'inserimento del piede.
In altre moto non sempre è così; spesso il pedale del freno posteriore può risultare o troppo basso o troppo alto, idem per quello del cambio e nonostante le regolazioni possibili i risultati a volte restano insoddisfacenti. Addirittura su alcune moto qualche volta mi è capitato di avere difficoltà a cambiar di marcia indossando gli stivaletti, nonostante non avessi un piede particolarmente grande (misura 41/42).


Nella Z650RS invece tutto mi ha soddisfatto immediatamente, rendendo da subito la guida facile e intuitiva; salti in sella... appoggi i piedi sulle pedane... e senza fare movimenti strani trovi tutto a portata di piede in una posizione del corpo molto rilassata e comoda.

facilità di guida

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Nel traffico, nelle curve a bassa velocità, la Kawasaki Z650RS è molto facile da gestire. 

Grazie ad una buona ciclistica e all’erogazione fluida del motore guidarla è veramente piacevole e non stancante. Divertente e agile nel misto stretto e nelle strade di montagna che amo percorrere, scende facilmente in piega, è stabile nelle curve, mantiene la traiettoria e quando serve dare un po’ di gas in più non si tira certo indietro, i cavalli e la coppia ci sono, ma di questo ne parlerò più avanti.

Non faccio molta autostrada, ma posso dirvi che fino ai 120/130 km/h è perfettamente stabile, oltre non ne conosco ancora il comportamento e i limiti.

Le gomme di serie, le Dunlop SportMax RoadSport 2, non le ho portate al limite, ma nell’uso normale si comportano bene, non mi hanno mai dato insicurezza o sensazione di scivolare, ottime sia in frenata che in curva; non ho avuto modo di testarle sul bagnato. Hanno pochi intagli per il drenaggio dell'acqua e anche abbastanza piccoli, tipici delle gomme sportive, ma quel che conta molto sotto la pioggia per rimanere attaccati all'asfalto è anche e soprattutto la mescola...  oltre che la prudenza.

Hanno una misura molto diffusa, davanti 120-70 e dietro 160-60, con cerchi da 17 pollici; al momento della sostituzione quindi avrò ampia scelta e probabilmente non le ricomprerò, per poter provare qualcos’altro, orientandomi su altri modelli e marchi nella categoria Touring, dato che non amo la guida sportiva; sempre che non venda la moto prima di consumare le gomme, visto che negli ultimi anni non mi sono particolarmente affezionato alle moto che ho avuto, finendo poi col cambiarle dopo poco tempo per vari motivi e insoddisfazioni.

freni e sospensioni

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Il freno anteriore Nissin, dotato di pinze assiali con doppio pistoncino e dischi semi-flottanti da 300 mm, a mio giudizio è eccezionale, potente, abbastanza modulabile, con un bel mordente, mi permette spazi di arresto ridotti, mi dà tanta sicurezza e non è necessario strizzare con troppa forza la leva.
Io sono abituato ad usare due dita generalmente, ma con la Z650RS il più delle volte basta un dito e poca forza per fermarsi in modo adeguato.

Il freno posteriore è anch’esso abbastanza potente, più di altre moto che ho avuto, nelle quali sembrava messo per figura. Concorre piacevolmente ad avere una potente frenata complessiva e poi fa comunque il suo dovere quando lo uso in curva per mantenere e migliorare la traiettoria.
Il disco è da 220 mm con pinza a singolo pistoncino.

L’ABS non mi è sembrato particolarmente intrusivo, anzi molto ben tarato.

Le sospensioni non sono regolabili, tranne il mono posteriore nel precarico molla. Funzionano bene nel complesso, la moto è sufficientemente confortevole sulle buche non troppo profonde e stabile in velocità o nelle curve; unica nota dolente della forcella è l'affondamento in frenata, con spostamento repentino del carico sull’avantreno e conseguente alleggerimento del retrotreno.
Per me che non amo la guida sportiva e le staccatone non comporta particolari problemi, ma sentirsi "cadere" in avanti ad ogni frenata è un po' fastidioso, e credetemi, succede spesso per via della potenza frenante a disposizione.
Appena mi sarà possibile andrò dal mio meccanico di fiducia, nonché esperto di sospensioni, per vedere se si può migliorare questo comportamento con poca spesa, altrimenti me ne farò una ragione.

Il fatto poi che la forcella sia così cedevole potrebbe trarre in inganno facendo credere che assorba meglio le buche reagendo in modo "soft", nella realtà non è così, la sospensione deve avere il giusto grado di durezza e progressione, in modo da assorbire e smorzare adeguatamente ogni colpo ricevuto, ma avendo al contempo quella rigidità che garantisca un'ottima tenuta di strada.
Mi rendo conto che trovare il giusto equilibro di un componente così complesso e importante non è facile.

Ma la domanda sorge spontanea... durante i test in Kawasaki si saranno accorti di questo problema, possibile che non potessero optare per delle molle differenti ed una taratura di qualità superiore?
Il contenimento dei costi colpisce ancora?

prestazioni

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La Kawasaki Z650RS ha una potenza massima di 68 CV a 8000 rpm, la coppia massima invece è 64 Nm a 6700 rpm.

Per me, per le mie capacità, per il mio stile di guida, sono numeri più che sufficienti; mi garantiscono il divertimento in ogni situazione senza mai farmi sentire insicuro o intimorito.
In confronto alla mia precedente moto, la Honda CB500X, la Z650RS con i suoi 20 cavalli in più, i 21 Nm in più di coppia ed anche grazie al peso inferiore mi garantisce uno spunto e un’accelerazione in uscita di curva e nei sorpassi veramente piacevole; proprio quello che cercavo.

Devo confessare che pur non raggiungendo la coppia massima ad ogni apertura del gas, comunque situata a soli 6700 rpm, ma sfruttando il motore in un range che va dai 3500 ai 5500 giri circa, la spinta che ottengo è molto divertente e soprattutto economica.
Infatti se parliamo di consumi con il mio stile di guida la media è 21-23 km/litro, penso valori accettabili, anche se con i prezzi attuali della benzina per me risulta più conveniente uscire con la mia bellissima Beta Alp 200 (clicca quì se vuoi leggera la mia recensione) e fare tranquillamente 28 km/litro di media.
Verifica fatta alla vecchia maniera: fai il pieno, percorri un certo numero di km, rifai il pieno e vedi il consumo medio effettivo; poi basta ripetere l'operazione un paio di volte per farsi un'idea sempre più precisa anche in relazione ai percorsi fatti: città, strade extraurbane, passi di montagna, guida tranquilla o un po' più aggressiva e così via.
Comunque il valore del consumo medio indicato sul display è abbastanza corrispondente alla realtà.

I motori Kawasaki in generale, a parità di prestazioni, credo consumino un po’ di più di altri marchi (ma potrei sbagliarmi), e se poi si apre il gas a manetta cercando sempre la massima potenza i 22 km/litro ve li potete ovviamente scordare.

Il cambio è semplicemente stupendo; non scendo in dettagli tecnici, non ne ho le competenze, vi dico solo che mi piace la corsa della leva, la precisione e la forza che bisogna esercitare per cambiare di marcia... mai un'incertezza.
Gli innesti di marcia sono un po' rumorosi, si sente il tipico "STONK", molto evidente soprattutto quando si innesta la prima.

Un doveroso plauso, l’ennesimo, a Kawasaki, per il sistema di inserimento del folle; il cambio è dotato di un sistema che impedisce di inserire la seconda marcia da fermo. Questo è molto utile quando a volte bisogna spostare la moto in garage, non si perde tempo per metterla in folle, come accade con altre moto che invece passano dalla prima marcia alla seconda.
Questa di Kawasaki è una soluzione tecnica non molto diffusa oggi, ma in passato era adottata da vari marchi.
Quando ci si ferma al semaforo poi, in scalata, per passare dalla seconda marcia direttamente alla posizione di folle, bisogna dosare con attenzione la forza, e adesso il più delle volte ci riesco, ma se dovesse entrare la prima marcia poi metterla in folle è immediato. Ho l'abitudine di stare in folle al semaforo, molto raramente con la prima inserita pronto a scattare.

Che altro dire su questo bicilindrico di Kawasaki? Mi piace veramente tanto, sa essere docile, ma allo stesso tempo è molto reattivo, basta aprire leggermente il gas per raggiungere in un attimo gli 8000 giri, è sempre pronto per il divertimento e l'erogazione della coppia mi soddisfa enormemente, è lineare e in gran parte disponibile già dai bassi regimi, anche se ancora non ho avuto modo di vedere un test al banco per avere prova delle mie valutazioni.

La fluidità e regolarità sono buone, e questo per me è uno degli aspetti più importanti. I motori irregolari, scorbutici, o poco fluidi non li amo per niente.
Questo bicilindrico di Kawasaki invece funziona bene già dai 2000 giri; in seconda marcia, tra 2000 e 3000 giri, quando si procede a bassa velocità, si ha qualche lievissima irregolarità, qualche scattosità dell'erogazione, ma nulla di particolarmente grave. In terza si può scendere a 2000 giri e poi accelerare e aumentare di giri piuttosto agevolmente.
Nelle strade di montagna ho fatto tornanti in terza con un filo di gas a quasi 1800 giri.
In sesta marcia, a bassa velocità, intorno ai 60 Km/h, si scende sotto i 3500 rpm, arrivando anche a 3000, ma a quel punto si sentono delle vibrazioni al manubrio, con qualche piccolo sussulto del motore, superati i 3500 rpm torna tutto regolare.
Ovviamente era solo una prova per testare il motore, non è necessario scendere così tanto di giri in sesta marcia, ma quando si procede con rapporti lunghi a velocità di crociera contenute il motore si può mantenere sotto i 4000 rpm a beneficio dei consumi e della comodità.
Posso senza ombra di dubbio dire che le vibrazioni nella Z650RS sono ridottissime e non ho mai avuto sensazioni di fastidio di nessun tipo.

accessori

kawasaki z650rs
La Kawasaki ha in catalogo numerosi accessori, ma ancora non ne ho acquistato nessuno e non so se ne acquisterò in futuro.
La griglia di protezione per il radiatore è gradevole, mi piace il disegno, ma essendo in acciaio inox è un po' pesante, credo circa 1 kg, la preferirei in alluminio, molto più leggero, tanto deve solo riparare da qualche sassolino scagliato dalla ruota anteriore.
C'è anche un bellissimo scarico Akrapovic totalmente in titanio, ma dal prezzo secondo me inaccettabile, intorno a 2300 euro di listino. Per migliorare l'estetica, avere 2 kg in meno di peso e un sound forse più appagante, è fuori da ogni logica; sarà di qualità straordinaria, non lo metto in dubbio, realizzato con cura e costosa progettazione, forse pure tempestato di rubini, ma a mio parere la cifra è assurda, oltretutto per una moto da passeggio, mica da pista.

Esiste anche una versione di scarico sempre della Akrapovic non distribuita come accessorio originale Kawasaki, dal prezzo nettamente inferiore, ma sempre abbastanza elevato, circa 800 euro, e con caratteristiche diverse, infatti il terminale è di tipo tradizionale, posto lateralmente e rivolto verso l'alto.
Anche in questo caso la soluzione presenta un grave problema, a mio avviso, per montarlo è necessario tagliare lo scarico originale, poiché ne riutilizza una parte ed anche i collettori. Esteticamente è quello più gradevole, a mio gusto, ma non mi sognerei mai di tagliare lo scarico originale; se per necessità lo si dovesse ripristinare non è detto che si possa praticare agevolmente una semplice saldatura.

Il mercato offre una quantità elevata di accessori non originali, di eccellente qualità e con prezzi accessibili.
Gli unici accessori che attualmente ho comprato e montato sulla mia Z650RS sono il blocca disco della Urban Security, modello UR14S in acciaio inox, con relativa staffa per il trasporto, molto comoda a mio avviso, e anche facile da montare grazie alle predisposizioni filettate presenti sulla moto.
Lo stesso prodotto, molto simile, è anche disponibile con il marchio Radikal (se può esservi utile saperlo). Il bloccadisco è dotato di allarme sonoro e sensore di movimento; nella versione Radikal l'inserimento dell'allarme è più agevole grazie alla presenza di un apposito pulsante.


Poi ho montato il portapacchi StreetRack della SW-Motech, in acciaio e alluminio:


Ho scelto questo noto marchio tedesco perché il portapacchi è poco invasivo, si integra molto bene, a mio avviso, alla linea della moto, senza deturparla eccessivamente.
Offre una grande flessibilità, poiché tramite una piastra adattatrice a sgancio rapido, mi consente di poter installare sul portapacchi una qualsiasi borsa da serbatoio della serie Pro di SW-Motech, oppure all’occorrenza un bauletto. Infatti ho potuto riutilizzare il mio piccolo Givi da 27 litri, con attacco Monolock, che ormai trasferisco di moto in moto da svariati anni insieme alle piccole borse della SW-Motech.
Gli adattatori per i bauletti sono disponibili per i più diffusi marchi: Givi, Kappa, Shad, nonché per quelli della stessa SW-Motech.
Nel catalogo della casa tedesca ci sono anche degli ottimi telaietti per le borse laterali, la serie SLC a sgancio rapido; anche questi secondo me offrono grande flessibilità grazie alle svariate tipologie di borse che è possibile utilizzare. Non avendo però troppe esigenze di carico, e volendo riutilizzare borse e bauletti già in mio possesso, ho optato solo per il portapacchi, riuscendo al contempo a mantenere una linea della moto più snella ed evitando oltretutto di appesantirla con svariati Kg in più.
E a proposito di peso, il portapacchi sopporta un carico massimo di 5 Kg.

P.S.: I marchi citati non mi hanno pagato per essere recensiti; li ho scelti liberamente dopo un'attenta valutazione delle mie esigenze e di ciò che offriva il mercato... e pagati di tasca mia.

conclusioni

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Anche con la Kawasaki Z650RS, non avendola provata su strada prima dell’acquisto, ma semplicemente affidandomi alla prova statica in concessionaria e ai numerosi test online, ho corso l’ennesimo rischio di rimanere deluso.
Niente delusioni però in questa occasione, infatti a differenza di altre mie precedenti moto, con la Z650RS sono rimasto piacevolmente soddisfatto.

Difetti gravi sinceramente non ne trovo, a parte quello della forcella troppo cedevole, che peraltro conoscevo già, ne ero consapevole, poiché in tutti i video dei vari test ne parlavano ampiamente; comunque come già ho detto, può essere un difetto molto fastidioso se si guida in modo sportivo, con staccatone all’ultimo metro, altrimenti si può sopportare... ci si abitua con un po' di pazienza.

I valori di potenza e coppia e la fluidità e linearità del propulsore rendono la Z650RS perfetta per me, per le mie capacità e necessità e di cavalli in più sinceramente non saprei che farmene.

È veramente comoda non solo in città, ma anche per lunghe passeggiate, se non esagerate ovviamente con la velocità perché non offre alcun riparo dall’aria, e quando serve, grazie al motore eccezionale, basta aprire leggermente il gas per avere subito una risposta pronta e un’accelerazione molto divertente.

Sul fronte sicurezza mi ripeto, la frenata mi piace parecchio, le pinze Nissin anteriori, pur non essendo radiali, fanno egregiamente il loro lavoro, peccato solo che non siano coadiuvate da un buon sostegno della forcella.

© Copyright 2023 - Fleri Vincenzo. Riproduzione riservata.

Quel che ho scritto in questo articolo è solo un racconto delle mie personalissime impressioni d’uso e considerazioni; sicuramente online troverete prove tecniche svolte da motociclisti esperti e qualificati che sono in grado di analizzare con più competenza e professionalità di me ogni aspetto della moto.

Mi scuso per eventuali errori.